Ridisegno di una Piazza nel quartiere Casanova.
2011, BOLZANO
Potrà apparire assurdo ma vogliamo partecipe, in questa idea di progetto, la presenza del tracciato ferroviario con il treno ed il suo scorrere inaspettato tra i fabbricati del quartiere. Gli scenari che ne scaturiscono, sono permeati da uno strano effetto surreale dello spazio: l’alta torre che si staglia contro l’azzurro del cielo, lo strano “campo” inclinato delle primule o lo scivolo dorato per il gioco dei bambini, sono elementi che di volta in volta si assemblano e decompongono al variare delle differenti prospettive… come pure le carrozze di quel treno che passerà di continuo e all’improvviso.
La singolare posizione dell’area ai margini dell’immensa distesa di campi coltivati e la ripetizione dei filari dei meli nel loro obliquo rincorrersi, hanno suggerito l’orientamento di riferimento secondo cui attestare l’asse geometrico del progetto. Una linea attraversa il piano della Piazza e la divide in due parti. Per metà il disegno della pavimentazione origina una trama di linee parallele, quasi un prolungamento della giacitura del suolo agricolo. La superficie sarà in calcestruzzo tirato rustico, con interposti listelli in metallo brunito mentre il resto della pavimentazione è previsto in pietra a cubetto “a ricucire“ la pavimentazione preesistente. Questo reticolo di linee sulla superficie, genera un “ordito” lungo il quale, all’occorrenza, vi si potranno disporre opere d’arte, gessi, statuarie, secondo un preciso tracciato ordinatore. Nella restante metà, un volume poliedrico affiora dal suolo e fa nascere piani inclinati dalla superficie triangolare. Il profilo di questa emergenza artificiale si eleva sino alla quota di un metro, per poi sprofondare dolcemente sino ai piedi della torre.
La sede ferroviaria sopraelevata, la distesa dei campi coi filari, il colle poco distante con il Castel Firmiano e la mole dei blocchi residenziali con le corti, sono elementi che concorrono in qualche modo alla costruzione geometrica della scena, fatta di pochi “oggetti” in una sorta di “costruzione prospettica rinascimentale” : una torre in metallo che si contrappone al reticolo posto verso la strada del quartiere; il triangolo poliedrico che appare dalla pavimentazione; la “vasca” con spaccato di cava; l’orologio.
La torre definisce un luogo riconoscibile in grado di costruire una nuova centralità, in cui si relazionano le funzioni artistiche e di vita associata. Il telaio sarà costituito da profili in corten a sezione quadra assemblati tra di loro e controventati da tiranti in metallo. Questa costruzione richiama, seppure metaforicamente, le torri del vicino castello posto sull’altura oltre l’Adige e nel contempo diviene punto conclusivo della prospettiva o semplice attrazione dentro la quale sostare ammirati a guardare verso il cielo. Nel corso di particolari manifestazioni la torre si trasformerà in elemento di comunicazione sul quale applicare stendardi, manifesti, bandiere, ecc. Il reticolo minore, si colloca in fregio alla strada e identifica la “porta di accesso”. Si tratta di un varco concettuale, un “frammento di portico”, posto immediatamente all’entrata del Parco.
Il volume poliedrico, appare come un’enorme punta di diamante, appena emergente dal terreno, la cui iconografia rimanda per allegoria ai forti spioventi policromi del Bozner Dom. Di questa emergenza il triangolo più ampio è costituito da un piano inclinato seminato a prato e primule. Il secondo triangolo allungato, avrà la stessa superficie in cemento utilizzata per la pavimentazione della piazza: una sorta di prosecuzione o rampa inclinata da percorrere in equilibrio per il gioco e lo svago dei bambini o semplicemente sopra cui stare, distesi al sole. Il triangolo minore sarà rivestito con mattonelle dorate. La particolare tinta dell’oro richiama, negli intenti progettuali, il riflesso ed il contorno degli ornati di cui l’architettura altoatesina con i suoi edifici storici ne è tipica e singolare.
La “vasca” contenente le pietre di cava si colloca all’estremità dell’area prevista dal bando e ne ricalca all’incirca lo stesso sedime trapezoidale. Il bacino potrà essere utilizzato come spazio per l’allestimento di mostre temporanee durante i vari eventi artistici e culturali o all’occorrenza trasformarsi in palcoscenico per rappresentazioni all’aperto. In tal caso, il “triangolo dorato” potrà assolvere la funzione di seduta dal quale assistere alla scena teatrale, come su di una gradinata.
L’orologio è costituito da un elemento verticale in metallo, rivestito in lamiera dipinta di bianco sui 4 lati. La stele sarà collocata in coincidenza di un vertice della vasca con le pietre. L’ombra propria proiettata a terra, come pure lo stesso orologio, contribuiscono alla composizione dello spazio urbano come in un’antica piazza, nella quale sono riconoscibili il senso e l’identità delle architetture che vi prospettano, con i palazzi, il campanile, i portici e le torri.
L’impianto spaziale di questo luogo, ora anche margine riconosciuto della città, si avvale di un impiego di architetture “classiche” che deriva certamente dalle suggestioni architettoniche del contesto geografico circostante e stabilisce con esse una serie di “relazioni a distanza”.
Le vedute in prospettiva dello spazio progettato rimandano a visioni immaginarie, concettuali e astratte di certa pittura di inizio Novecento.
“L’immagine nell’aspetto metafisico procura sempre una gioia mista a sorpresa. Ma salvo l’aspetto metafisico che hanno certe città come Torino, gli aspetti metafisici più ricorrenti appaiono sempre in una stanza nella quale sul fondo compare una finestra. Questi oggetti metafisici hanno sempre aspetti geometrici ben definiti: triangoli, rettangoli, trapezi, qualche volta si intravede anche la sagoma di un tempio.”
Giorgio de Chirico, Roma 1976